Riunione moneta sociale del 15 febbraio

PUNTO 1 :

Ci è venuta a trovare in assemblea Elena, che ci ha raccontato la sua esperienza lavorativa con la

Ong “Grassroots Ecomonics” che lavora in Kenya, per lo sviluppo di circuiti alternativi di moneta, soprattutto in slums kenyoti. Parlando a nome dell’associazione, si rendono disponibili a darci consigli e chiarire eventuali dubbi futuri.

Come lavora l’associazione:

La logica di fondo è quella di rendere fruibili risorse che risultano inaccessibili in assenza di moneta, tramite la messa in circolo di moneta alternativa (in versione cartacea) che le rende accessibili, rimette in circolo beni e dunque sostiene l’economia locale.

Hanno iniziatoemettendo la versione cartacea ma attualmente stanno passando su block chain perchè in Kenya, tramite il servizio Empesa che usa codici us-sd, è possibile e molto facile fare transazioni di denaro virtualmente. Questo permette di monitorare anche più facilmente la circolazione della moneta secondo un principio di trasparenza delle transazioni. Questione che ha posto l’interrogativo della tutela della privacy perchè in alcuni contesti non è piacevole che le proprie transazioni siano chiare e visibili. In kenya questo fattore però spesso è considerato positivo, soprattutto nella dimensione delle associazioni no profit.

Tale dinamica inoltre permette di ampliare un circuito della moneta, delocalizzandola però e anche dalla rete locale.

Modalità di emissione: solitamente l’Ong promuove un evento pubblico di lancio della moneta con distribuzione gratuita. Elena però ha più volte sottolineato come la casistica dipende dalla situazione di partenza e dunque non c’è una modalità fissa di operare dell’Ong ma dipende dalla situazione nella quale si propone. Principalmente si propongono eventi pubblici con a volte il meccanismo delle “premiazioni” per incentivare l’utilizzo.

In generale, in Kenya attualmente ci sono circa 6 monete alternative in circolo, con circa 10.000 persone e circa 5000 esercizi coinvolti.

In linea di massima però si può dire che:

– per evitare l’accumulo e il ristagno della moneta e veicolare il concetto dello strumento come veicolo di scambio a valore contestuale, la stampavano con data di scadenza entro cui era necessario usare la moneta, ma dato che la ristampa comportava costi alti, hanno cominciato a ritimbrarla ponendo nuove date.

– le percentuali di accettazione sono solitamente intorno al 30% ma flessibili fino al 100%, dato il contesto economico e sociale particolare degli slums e confidando nel buon senso dei/delle singol*.

– c’è molta libertà nella gestione della moneta da parte della comunità che la adotta e la Ong che la propone

– I soldi iniziali venivano trovati in vari modi a seconda dei casi: donazioni, la Ong stessa che si incaricava delle spese di stampa, un contributo iniziale come tassa d’iscrizione al circuito in cui il 50% veniva convertito in moneta e il restante veniva messo in cassa sociale per le spese del circuito.

La cassa comune spesso era affidata dalla comunità a persone che la stessa riconosceva come aventi ruolo consigliare e dotate di autorevolezza e fiducia da parte di tutt*.

– la quantità emessa di moneta dipende da quanti soldi ci sono per finanziare il progetto e dunque a quanti soldi in cassa.

La discussione ha poi portato al confronto tra le due esperienze, in modo da poter discutere di alcuni interrogatici che spesso colgono l’assemblea.

Infatti la situazione iniziale socio-economica per l’esperiemento della moneta pone problemi diversi e a volte inversi ad esempio quello della difficoltà di stare dentro una percentuale del 30% di accettazione per via delle spese fisse di chi accetta e soprattutto se ci sono persone da stipendiare. Dovrebbe essere flessibile, per non stravolgere le abitudini sia di chi la spende, sia di chi la riceve.

Sulla questione del comefare cassa, l’esempio del versamento volontario potrebbe essere una soluzione per avere una quantità stabilità di Grano per iniziare la sperimentazione; affiancando questo anche alla restituzione del resto in grani, che è anche un’ottima occasione di divulgazione del progetto.

PUNTO 2

Le realtà che aderiscono:

– Ex equo con accettazione al 10%;

– Camilla chiede giornata di confronto;

– Labas tutto tace.

– Vag dice (ha detto, diceva) sì;

– Xm24, sarebbe da chiedere all’assemblea xm martedì di discuterne e prendere una decisione in merito, ovviamente dandogli la possibilità di sapere cos’è con una mail precedente di spiegazione.

Mandare un’informativa alle realtà che vogliono aderire per dare tempo di decidere I tempi, le modalità e quando aderire.

Chiedere che ci sia un passaggio attivo delle realtà coinvolte con qualcun* che segue la questione e monitora l’andamento dell’esperienza, se l’accettazione funziona e che soprattutto partecipi all’assemblea del Laboratorio.

Fare mail info per tutti gli spazi, tranquillizzandoli che scelgono loro quando e le modalità di adesione e sul fatto che il volume di emissione della moneta, inciderebbe molto poco nelle casse delle realtà che partecipano.

La fanno Savino e Carlo.

PUNTO 3

Incontri futuri:

– Tappa dell’assemblea di Campi Aperti del9 marzo in cui si discutera dell’avvio della sperimentazione

– Serata di presentazione alle serate dei martedì a Vag

– Gioco della moneta il 15 marzo, per provare la versione semplice. Sarebbe bene estendere l’invito alle varie realtà che sono interessate, tramite mail.

Inizio assemblea ore 20.30 per iniziareil gioco alle 21.

A breve verrà mandata in ml la lista dei materiali che servono e la spiegazione per organizzare il banco. Portare almeno un mazzo di carte di ciascun*.